Un decennio da dimenticare?
Oggi sono ottimista. Ma non come Tonino Guerra davanti ad un supermercato.
Oggi sono ottimista come chi sente che il decennio che sta passando non potrà ritornare e che quindi un bel po’ di merda ce la possiamo lasciare alle spalle.
Oggi sono ottimista perché tra dieci anni, se in Italia si continuerà a parlare di Berlusconi sarà solo perché starà lanciando un interessantissimo prodotto per la terza età che eviterà finalmente quelle scomode punturine.
Oggi sono ottimista perché tra dieci anni anche il mago Walter, quello che è riuscito a disintegrare la sinistra italiana, non sarà ancora andato in Africa, come promesso, ma almeno sarà riuscito a fare un film, il sogno della sua vita.
Oggi sono ottimista, anche se non so se tra dieci anni quel popolo razzista e ignorante che si veste ancora tutto di verde sarà ancora pronto a darci lezioni di democrazia e di buon governo, ma sono altrettanto certo che almeno Bossi tra dieci anni avrà molta meno capacità di comunicare di adesso.
Oggi sono ottimista anche se non so che fine farà Tonino scacciacani Di Pietro con il suo manipolo di fedelissimi. Adesso è sulla cresta dell’onda, domani chissà.
Ovviamente c’è poco di cui essere ottimisti oggi. Ma già pensare che un numero cospicuo di teste di cazzo, nel giro di poco tempo, si toglierà dai coglioni per me è una prima, anche se magra, consolazione.
Il resto lo dovremmo fare noi che abbiamo dieci anni davanti per dimostrare che esiste una nuova generazione pronta a governare e a cambiare il Paese.
Medici di Berlusconi permettendo…
Via Gradoli, via Marrazzo
Il bello di internet è che ognuno può dire quel (bip) che vuole su chiunque. Così anch’io dico la mia sul caso Marrazzo. E mi ripeto. Il Paese ha bel altri problemi e semmai al quasi dimissionario Presidente della Regione Lazio si dovrebbe chiedere come pensa di rialzarsi dopo questo tonfo personale e pubblico.
Quello che mi viene da dire è che si dovrebbe superare quella istintiva voglia di infierire su potenti decaduti, sullo sputtanamento facile.
Lo stesso si dovrebbe fare per non affondare coltelli nelle piaghe di quest’Italia che, scusate la metafora splatter, sanguina ovunque. Non solo per la corruzione, la malavita, la cattiva organizzazione, le caste, ma soprattutto per tante nuove generazioni che vivono progressivamente drammi quali la scarsa integrazione, l’abbandono di genitori entrambi impegnati al lavoro, una crescita in una scuola mediocre e demotivata, una formazione antiquata e tentennante, un lavoro precario e senza diritti.
Tutto questo con Marrazzo non c’entra un (bip). L’associazione nasce dal fatto che così come il giornalista Rai è sprofondato in via Gradoli, anche l’Italia è sprofondata. Non perché lui ha i suoi gusti e la sua idea di rispetto della famiglia e della propria compagna, o perché siamo indietro negli indici di crescita economica e di libertà.
L’Italia, quella che conosco io, che ha accompagnato la mia crescita è quella di tangentopoli, della dissoluzione del potere, della fine delle ideologie, di drive in prima e colpo grosso e non è la Rai dopo. Questa è l’Italia delle libertà, quella che ha visto l’ascesa del Cavalier puntura e alla sua ciurma.
Silvio Berlusconi è Non è la Rai e Colpo Grosso insieme, è un pò Craxi, un pò de Michelis, un pò De Mita e un pò Forlani. L’opposizione è ferma all’Occhetto di allora.
E allora, per tornare a Marrazzo, sul tram, in ufficio, sui giornali quello che si sente è l’indignazione nei confronti di un uomo immorale. Un’ipocrisia, quando per le strade se ne vedono di cotte e di crude. Pochi si indignano per il reato vero, la corruzione.
Sarà perché la squadra che perde mi è simpatica, io difendo il rispetto di Marrazzo in quanto essere umano. Gli auguro, invece, una pena giusta per il suo reato e vorrei che, una volta, invece prima di essere politici si fosse uomini e, senza alcun certificato medico, si rassegnassero le dimissioni.
Per Papi, si sa, il reato non c’è per le sue scappatelle, se non il rischio di essere ricattato. Ma sinceramente pensare che Silvio Berlusconi possa spaventarsi di una D’Addario qualunque mi riesce un pò difficile.
Aboliremo l’irap
Per una volta e una soltanto sono stato d’accordo con Francesco ciccio bello Rutelli. Fu quando in campagna elettorale, credo quella del 2006, ha ricordato di come il nostro caro Papi ci coglionava con i suoi annunci.
Adesso torna a farlo, dalla Russia, nel corso di una privatissima visita a Putin. Chissà perché l’attenzione viene sempre distolta…
Forza Checco
Ne avranno dette di tutti i colori i miei colleghi blogger che si occupano delle erezioni del Papi e dell’opinione pubblica alle sue reazioni quando hanno visto su Canale5, in prima serata, Checco Zalone ricorrere a Fabrizio de André per sbeffeggiare le avventure del Cavalier puntura a Palazzo Grazioli.
Così, dopo aver sputato veleno sul premier con queste prime quattro righe devo ammettere che anche questa volta ci ha gabbati.
In pieno attacco mediatico per la vicenda puttanopoli, ormai screditato, almeno per chi riesce a sentire ciò che dice e a vedere ciò che fa, come rappresentante del mondo cattolico, come promesso agli industriali per la democrazia e libertà di stampa ci pensa lui.
Detto, fatto. Canale5 in prima serata lo ha sbeffeggiato così potrà dire a tutti che anche Mediaset è in mano ai farabutti. O meglio, che lui è un editore liberale, che lascia ai suoi dipendenti e alla loro professionalità le scelte, che non interviene, che non decide ormai nulla a Mediaset, come non lo fa in Rai.
Come già altri hanno sicuramente sottolineato, in realtà, proprio così non è. Anche perché, se ci riflettiamo, Checco con il suo humor è il Cavaliere.
Il maschilismo, la volgarità, la parolaccia-battuta sono le doti che io trovo in comune tra i due. Solo che uno le fa per far ridere e riflettere su una società superficiale e volgare e l’altro lo fa perché di questa società ne è l’artefice e leader indiscusso.
Quindi, a mio modesto parere, ben venga Zalone con la sua nuova versione di Marinella. Molto meno entusiasmante, invece, la deriva della nostra società che, forse frustrata da una cultura cattolica dominante e apparentemente in declino, cerca da trent’anni il rifugio in una vita da tronista.
Berlusconi, la stampa e il cane che si morde la coda
Vado controcorrente se dico che a me l’intervento di Minzolini al Tg1 delle 20 sulla manifestazione per la libertà di stampa non mi lascia nè caldo nè freddo?
Ho anch’io costruito le mie difese, i miei paraocchi e mi sono rifugiato nel privato per non avvertire questa oppressione mediatica, questo nuovo regime?
A me non scandalizza più che la televisione di Stato faccia un po’ come cavolo le piaccia. Credo che lo faccia da quando ho iniziato a comprendere quanto i telegiornali Rai raccontavano e dicevano, molto prima dell’era di Silvio Berlusconi.
Lo stesso mi pare che valga in Italia per i giornalisti della carta stampata, anche loro liberi di scrivere quello che vogliono, se lo vuole il padrone.
Il padrone caratterizza, secondo la mia modesta opinione, la stampa italiana. Fiat, Caltagirone, Angelucci, Berlusconi, Ciarrapico sono solo alcuni dei nomi dei proprietari dei quotidiani più diffusi in Italia.
A questi si aggiungono poi i partiti, dai Ds-PD all’Udeur, An, Lega, eccetera, eccetera, eccetera.
Così, se non sappiamo che la Rai è da sempre espressione del Parlamento, che a sua volta è espressione dei poteri forti e, al tempo stesso, se non sappiamo chi sono i proprietari dei giornali che ogni giorno leggiamo, comprendo bene che sia possibile stupirsi che la stampa italiana non è libera.
Mi si contesterà il fatto, però, che gran parte delle tv e dei giornali è in mano ad un solo gruppo editoriale.
Per rispondere a questa osservazione ricorro al mercato: se al pubblico non piace un tale giornale non lo compra, gli inserzionisti si ritirano e il giornale chiude.
Non credo, quindi, che sarà mai possibile che il gruppo editoriale di Papi Silvio si distragga dai profitti per proteggere il suo imperatore.
L’informazione non è libera perché in Italia mancano gli editori puri, quelli che credono nell’informazione come business in sè e non come fine per ottenere consenso.
L’informazione non è libera perché ancora esistono i finanziamenti pubblici ai giornali che drogano il mercato e non fanno emergere nuovi imprenditori ed editori.
I giornalisti sono una casta di privilegiati, altrimenti non avrebbero un albo che li protegge.
Aggiungo e concludo: Berlusconi è temuto perché è l’unico politico italiano in grado, al momento, di dettare l’agenda mediatica. Lui scorreggia, i giornali riportano che il cul di Silvio ha strombazzato, lui fa una battuta sulla moglie di Obama e giù inchiostro per parlare di una nuova relazione tra il premier e una donna abbronzata.
Papi Silvio ha schiavizzato i giornalisti, non perché è il loro padrone, ma perché gli ha insegnato bene a ripetere cosa lui dice.
La escort strategy
Devo ammetterlo, il titolo lo trovo molto divertente, ma non l’ho inventato io. Il marchio è quello di Vauro, il temutissimo vignettista di Annozero, programma di Raidue.
E proprio di Annozero, di Santoro, di Patrizia D’Addario e di quanto mezza Italia continua a discutere, vorrei parlare anch’io, per esprimere la mia opinione, il mio punto di vista.
Solitamente non guardo la televisione, ma d’estate mi capita più spesso e così posso confermare anch’io che tutta la vicenda Tarantini in tv ha subito un “trattamento speciale”. Mentre la bionda escort che ha avuto la fortuna di cavalcare il lettone di Putin trovava spazio nei servizi e nei talk esteri, nel fantastico duopolio italiano poco o nulla si è sentito.
Non posso confermare che lo stesso sia accaduto su Sky, ma credo che per un pò di anni ancora l’influenza della tv generalista nel dettare l’agenda di cui discutere – anche al bar con gli amici – sia ancora quella principale.
In buona sostanza sono convinto che Berlusconi abbia fatto di tutto per oscurare questa poco onorevole vicenda. Papi Silvio forever sarà, ma non è un santo, e lo sapevamo, e non è credibile quando in pubblico difende i principi cattolici e in privato fa l’opposto, ma certamente non è il solo.
In più, aggiungerei, il nostro caro Premier ha frequentato, seppur casualmente, gente poco raccomandabile, che usa escort e cocaina per fare i propri affari.
Se siamo in un Paese libero, possiamo sostenere con le dovute cautele le nostre tesi, chiedere a Silvio Berlusconi di darci delle risposte e esprimere il nostro dissenso rispetto ai comportamenti tenuti da una importantissima carica dello Stato.
Come tutti, però, anch’io cado nella trappola.
Per superficialità e mancanza di approfondimento mi sfuggono quelli che sono i temi reali della politica di oggi.
So che il Governo dovrebbe aver approvato il rientro dei capitali dall’estero, operazione che ha sollevato alcuni dubbi e che servirà per coprire alcune spese previste nella manovra finanziaria correttiva 2009-2010.
Si attende inoltre di capire cosa ne sarà del lodo Alfano, quello che sospende il giudizio su alcune cariche dello Stato, mentre prosegue la ricostruzione a L’Aquila.
Per concludere, forse abbiamo perso tempo. Potevamo benissimo, in estate, parlare di veline e escort in tv e spostare la nostra attenzione in autunno su cose più importanti e serie.
Ma il capo dell’opposizione, Ezio Mauro, non lo vuole.
Un senso a questa storia
Voglio provare, a dare un senso a questa storia… perchè questa storia, un senso non ce l’ha…
Recita più o meno così la fortunata canzone del Vasco Rossi riabilitato, quello, per intenderci, di dopo “Gli spari sopra” – scimmiottata, a mio parere male, da Bersani e utilizzata come slogan per la sua campagna elettorale in vista del Congresso del Partito Democratico.
Inizia così anche il mio post, perchè c’è bisogno che qualcuno dia un senso a questa storia, all’opposizione, al PD, ai suoi vertici, alla sua base.
Anche in questo blog ho più volte beffeggiato PapiSilvio per la sua vita privata molto attiva e spericolata, ma io sono un blogger, oltretutto poco conosciuto e di non verificata qualità.
Il PD è un’altra cosa. Non può seguire il gossip, oppure rincorrere Silvio Berlusconi accusandolo di protagonismo e di aver represso la libera stampa, imponendosi a Porta a Porta, il salotto di Bruno Vespa, per presentare le prime case ricostruite a Onna, in Abruzzo.
Credete sia questa l’opposizione di cui abbiamo bisogno per contrastare il CavalierViagra?
Oppure sarebbe meglio, come iniziò a suo modo Santoro proprio subito dopo il terremoto, fare le pulci a questo Governo superefficiente, che legifera, per costringerlo a misurarsi con il Parlamento per le questioni importanti e non e logorarlo mentre si logora al suo interno per beghe di potere e di successione?
E giornali illustri come la Repubblica o l’Espresso perchè non fanno inchieste vere e non sputtanamenti, perchè non scavano per trovare la verità, perchè non sono i cani da guardia della democrazia?
Per colpa del pluripresidente Berlusconi che, sappiamo tutti, è proprietario di tv e giornali, o perchè anche i cosiddetti giornalisti liberi o “farabutti“, dipende da che schieramento politico si guardino, sono servi del potere (vedi i Cda e i proprietari della carta stampata italiana)?
AAA giovane Italia incontra uomini facoltosi
Che fosse un piacione il nostro Papy lo sapevamo già, ma mi ha colpito la limpidezza e il candore con il quale il Cavaliere dal viagra facile rende pubblici i suoi incontri.
Oltre a questo esilarante filmato che circola su youtube
e le critiche della stampa italiana ed europea, infatti, il Premier ha scelto di sacrificare momentaneamente il lettone di Putin e di fare tutto alla luce del sole, senza flash indiscreti e registratori nascosti.
E così apprendiamo dalla cartellonistica romana che Silvio Berlusconi incontra la Giovane Italia il 9 settembre, al Parco del Celio, alle 18.
Come avrete notato a moderare c’è Giorgia Meloni, anche perché si sa, se Silvio ci da dentro, la Giovane Italia potrebbe invecchiare molto velocemente e quindi serve qualcuno che, al momento giusto, plachi la sua foga da torero.
Insomma, siete tutti invitati, anche perché Silvio è stanco degli sputtanamenti sui giornali, vuole cambiare vita e vuole cambiare l’Italia.